Speciale online Per favore, buttate la mia tesi Le tesi sono fatte per essere buttate. Bisogna spiegarlo a chi si scandalizza per le foto che sul sito di Repubblica mostrano cassonetti per la raccolta differenziata della carta traboccanti di tesi in ingegneria informatica discusse alla Statale di Milano. Roba inaudita, una vergogna che finora aveva toccato solamente le università di Teramo (maggio 2011), Cagliari (novembre 2011), Parma (ottobre 2012) e Lecce (aprile 2013) per limitarci ai casi più recenti e facilmente riscontrabili. Eppure chi ha riempito i cassonetti era nel giusto. Leggi anche Ma che pensiero unico, le università dovrebbero essere litigiose di Ruth Wisse Antonio Gurrado 14 MAG 2014
Trasformare i pettegolezzi in un’arma politica. Guida pettegola per Hollande Ora, come si potrebbe censurare la condotta di François Hollande se si tenesse presente quella di Filippo d’Orléans? Morto il Re Sole con l’erede ancora bambino, Filippo fu reggente di Francia dal 1715 al 1723, in un’epoca che fece storia per rilassatezza morale tanto che fu lo stesso sovrano a dover adeguarsi: ammetteva di simulare l’amore per gli stravizi a cui si abbandonava al solo scopo di assecondare la moda perché, quanto a carattere, sosteneva di non sentirsi minimamente portato per la dissolutezza. Benini Mai first lady Antonio Gurrado 22 GEN 2014
Un classico è sempre una novità, specie per il mercato editoriale in crisi Cos’hanno in comune Stendhal, Aldo Busi, James Bond e Bridget Jones? Un sottile filo di scetticismo che ha legato quattro operazioni editoriali controverse. Einaudi ha scelto di pubblicare le nuove traduzioni de “Il rosso e il nero” e di “Delitto e castigo” non nella collana dei classici tascabili (dov’erano già in catalogo le vecchie traduzioni) ma nei Supercoralli. Così Stendhal e Dostoevskij beneficiano non solo dell’evidenza che in libreria spetta alle novità ma anche di un prezzo elevato: costano 24 euro, circa il doppio delle traduzioni precedenti, tuttora in commercio. Antonio Gurrado 03 NOV 2013
Altro che discriminazione territoriale Riguardo alla discriminazione territoriale, in Inghilterra sono all’avanguardia. L’accusa più infamante riguarda la nazionale: il commissario tecnico Roy Hodgson convoca a giocare per l’Inghilterra soltanto dei calciatori inglesi. Lo fa notare Garth Crooks in un appello che va oltre la consueta diatriba fra Inghilterra e Regno Unito, originata dal caso che in tutti gli sport c’è la nazionale della Gran Bretagna ma per le faccende serie, ossia calcio e rugby, esistono le rappresentative locali di Inghilterra, Scozia, Galles e Nord Irlanda (con la complicazione che nel rugby la nazionale irlandese riunisce l’Ulster monarchico e la repubblica dell’Eire). Antonio Gurrado 11 OTT 2013
Concorso in colpa Il guaio è che siamo ancora fermi al 1977. Era l’anno di “Un borghese piccolo piccolo”, con Alberto Sordi che accompagna il figlio al concorso per il ministero. Arriva la convocazione alla prova scritta tempo tre settimane, il figlio dichiara di star già iniziando a cacarsi sotto, il padre lo rimprovera di non fare così ché sembra sua madre, la madre protesta ma intanto va in chiesa a fare stregonerie con l’acquasantiera, il figlio teme comunque di non farcela, il padre prende le ferie per aiutarlo a prepararsi e gli ripete che se fanno il loro dovere, tutti e due a tavolino fino a tarda sera, ce la faranno. Antonio Gurrado 27 AGO 2013
Prato verde E' partito il campionato meno bello del mondo, ma quanto lo abbruttiscono gli scrittori italiani Quando si tratta di narrare lo sport, gli scrittori italiani sono a disagio perché si tratta di pura azione. E’ difficile seguire il consiglio di Hemingway in “Fiesta”, cioè che lo scrittore deve traghettare dagli atti rituali dello sport alla mitologia che sedimenta nella memoria collettiva; impastoiarsi nel rito è da grigi cronisti, strombazzare il mito da editorialisti faziosi. Ora che torna la Serie A esce “C’è un grande prato verde” (Manni), libro che dà a trentotto scrittori italiani – alcuni big, molti medi, qualche emergente – l’unico vincolo di raccontare ciascuno una giornata dello scorso campionato, lasciandoli però liberi di scegliere forma, prospettiva, ambientazione. Bocchio L'inizio perfetto di Benitez e i primi guai di Allegri - Di Corrado Il calcio in bocca Antonio Gurrado 26 AGO 2013
Voltaire cattolico Potremmo dire che Voltaire era così impegnato a programmare il suo viaggio in Italia che non trovò mai il tempo di andarci. Leggiamo cosa testimonia lui stesso nelle sue lettere. Nel 1749 – ultracinquantenne – parla per la prima volta espressamente di un “soggiorno in Italia”, scrivendo a sua nipote M.me Denis. Leggendo queste parole, ci si immagina che questo soggiorno sia imminente e per certi versi inevitabile. Qualcosa però va storto, stando a quanto scopriamo da una lettera scritta l’anno dopo: Voltaire dice al marchese di Puisieulx, il quale sta per andare in Italia, che non vede l’ora di seguirlo. Tuttavia non lo fa. Antonio Gurrado 14 LUG 2013
Consigli a Berlusconi per ripubblicare un manualetto di “gentiluomeria” Se non erro Silvio Berlusconi possiede una casa editrice e, a voler dargli un consiglio spassionato, potrebbe utilizzarla con una botta di fantasia e di allegria non solo per burlarsi di mille pandetti della Boccassini ma anche per difenderci dall’inondazione di rutilanti Concite De Gregorio e Serene Dandine, di pugnaci Michele Murge e Loredane Lipperine, di acide epistole partigiane delle Natalie Aspesi e Marie Laure Rodotà. D’altronde, per fare un po’ di controcultura, i libri non serve leggerli, basta pubblicarli; oppure ripubblicarli, come sarebbe il caso di fare con “Lo zio Gustavo e le donne” di Tom Antongini. Buttafuoco Salone che bellezza Antonio Gurrado 21 MAG 2013
I gesuiti al governo Uno dei punti più critici riguardo alla presenza dei gesuiti nell’Europa moderna viene raggiunto il 3 settembre 1758, quando il re di Portogallo, Giuseppe I di Braganza, di ritorno da un rendez-vous romantico con la marchesa di Tavora, subisce un attentato che gli costa un braccio. L’ambizioso primo ministro, il marchese di Pombal, intuisce che dietro quest’evento si annida un’occasione insperata per limitare l’irrefrenabile potere dei reverendi padri i quali, in quanto confessori di corte, erano di fatto partecipi dei segreti di stato. Pombal decide allora di agire su due piani. Dal versante giuridico fa sì che la responsabilità oggettiva dell’attentato ricada su un vecchio gesuita italiano presente a Lisbona, Gabriele Malagrida, e lo fa rinchiudere in galera. Antonio Gurrado 03 APR 2013
Parla lo storico Filoramo Così Bergoglio ha ritrovato quel che unisce Francesco e Ignazio, senza pauperismi e in piena ortodossia Dopo il Conclave del 2005 la folla di piazza San Pietro era esplosa sentendo dire “Ratzinger”; quest’anno è esplosa al nome “Franciscum”. Il santo di Assisi è parso garanzia di grandi cambiamenti e ha subito ammantato della sua aurea Papa Bergoglio: la televisione si è soffermata sul suo silenzio orante, i giornali ne hanno sottolineato i gesti semplici, le foto hanno evidenziato la croce di ferro al collo. E’ l’ora delle nuove nozze della chiesa con madonna Povertà? “Non bisogna dimenticare però che all’inizio la scelta di povertà di san Francesco era una penitenza per la vita di peccati nella quale era stato immerso fino ad allora”, spiega al Foglio Giovanni Filoramo, ordinario di Storia del cristianesimo all’Università di Torino e autore per Laterza di “La croce e il potere: i cristiani da martiri a persecutori”. Ferrara Padre, ho paura della tenerezza - Ferraresi Così Francesco supera la guerra politica dei cattolici americani - Matzuzzi L’estetica del pontificato nella mancata esibizione dei segni del potere - Tiliacos Nato per fare il Papa - L'ecumenismo secondo Francesco Antonio Gurrado 20 MAR 2013